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Il cavaliere dei due elmi

Il cavaliere dei due elmi era un guerriero, un nobile cavaliere templare veterano delle Crociate. Il nobile cavaliere deve il suo soprannome ad un evento particolare. Si dice che, durante una battaglia per un tempio nel deserto, si sia imbattuto in una reliquia e che quando vide quell’oggetto si rese conto che si trattava di una scoperta sicuramente importante, per cui decise di portarlo con sé. Il sospetto che l’oggetto fosse importante nasceva dal fatto che, nel tempio, fosse nascosto in tre casse, una dentro l’altra come se fosse in una matrioska. Così, il cavaliere, durante la battaglia nascose la reliquia all’interno di un elmo normanno, l’elmo di uno dei suoi compagni in armi che morì in battaglia. Ma qui successe una cosa sorprendente: la reliquia dissolse il sangue secco che aveva sporcato l’elmo subito dopo il suo contatto e, ancora più incredibile, la reliquia si saldò al casco inseparabilmente. Il cavaliere, da quel momento in poi, portò sempre con sé anche questo elmo senza mai rivelarne il prezioso contenuto. Per questo fu chiamato “il cavaliere dei due elmi”. Questo templare era molto critico nei confronti del cardinale diacono Pelagio perché secondo lui era la causa del fallimento della campagna militare in Egitto. Era anche molto critico nei confronti di papa Onorio III colpevole di aver affidato questa delicata missione a una persona impreparata come il cardinale Pelagio. Il nobile templare, infatti, non era convinto di affidare la reliquia nelle sue mani nonostante volesse che fosse conservata a Roma.