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Il popolo dei Gentili e il tempio dell’acqua

Si narra che da secoli il territorio che separa la valle Benedetta da Colognole sia stato abitato da un popolo antico e misterioso al quale gli storici non sono ancora riusciti a dare un’identità storico-culturale. Un popolo che sorge nella notte dei tempi che dagli studiosi moderni viene classificato come “Popolo gentile“. Di loro si sa poco, solo che prosperarono tra l’età del ferro e l’epoca etrusca. Secondo un’antica leggenda, al villaggio di Colognole fu proprio questo popolo pagano, a costruire un tempio dedicato all’acqua. I gentili vivevano non lontano dal tempio, su un’altura dove avevano costruito una struttura piramidale nella quale avevano raccolto l’acqua che scendeva da Poggio Lecceta. Nel tempo questa struttura piramidale si trasformò in un colle ed è su questo colle che ancora sorge la chiesa della Valle Benedetta. Queste genti, vissute subito dopo l’era preistorica, erano adoratrici dell’acqua, perché credevano che l’acqua fosse l’espressione di un Dio che si manifestava sulla terra in forma liquida per poter meglio raggiungere ogni luogo, anche le viscere dell’uomo, oltre a quelli della terra. La leggenda narra che l’acqua di quei luoghi avesse spiccate proprietà magico-curative. A sostegno di questa leggenda va precisato che quest’acqua sgorgava dalle colline sovrastanti detti Poggio Lecceta e Monte Maggiore. Il tempio fu costruito con l’utilizzo di una particolare roccia vulcanica di colore grigio-verde detto “gabbroso”. Le acque che nascono da queste colline formano un fiume che scende al mare. Anticamente questo fiume scorreva proprio nei pressi della chiesa di San Jacopo ad Acquaviva ma, purtroppo, in epoca moderna, l’alveo naturale del fiume è stato più volte deviato e interrato per poter costruire strade ed edificare edifici: l’attuale accademia navale di Livorno è uno dei principali edifici coinvolti. Posta proprio dietro l’antica chiesa, inglobava i cunicoli che un tempo conducevano alla sorgente originaria dell’Acquaviva. La leggenda del tempio dell’acqua è stata ormai quasi dimenticata, ma era ben nota fino al Medioevo. Infatti anche i Templari sbarcati sulla costa livornese nel 1221 vennero a sapere di questa leggenda e avendo già accertato le proprietà curative dell’acqua sorgiva di San Jacopo, decisero di verificare l’attendibilità della leggenda. Per questo vollero risalire il fiume chiamato Rio Maggiore dal nome dell’apostolo Giacomo detto il “Maggiore” che lo percorse nell’antichità. Un gruppo di cavalieri guidati da Roberto Martello, detto da Volterra, risalì il fiume alla ricerca di indizi che potessero convalidare la leggenda e portare alla scoperta di quel tempio perduto. La leggenda narra che i Templari trovarono davvero il tempio dell’acqua, ormai ridotto in rovina, ma questa è un’altra storia… Nonostante il popolo dei Gentili fosse sopravvissuto nascosto tra quelle colline, un’altra importante civiltà si stava sviluppando ed espandendosi: gli Etruschi. Le due civiltà vennero a contendersi quei territori e lo scontro divenne inevitabile. Ciò accadde quando due principi etruschi, fratelli gemelli, che regnavano in una località non lontana da Colognole, oggi chiamata Montecalvoli, decisero di muovere guerra agli ultimi discendenti dei Gentili. I due principi etruschi abitavano alle pendici di Montecalvoli dove all’epoca esisteva un grande villaggio etrusco delimitato e protetto da una grande cinta muraria. I due principi decisero di conquistare il tempio dell’acqua, ma prima dovettero sconfiggere gli ultimi guerrieri gentili rimasti a presidiare la struttura piramidale che si trovava nell’odierna Valle Benedetta. Ci fu un breve ma intenso assedio e poi una sanguinosa battaglia che vide i due principi etruschi perire sotto una pioggia di frecce. I due principi, infatti, furono colpiti quasi contemporaneamente poiché indossavano elmi che erano di proprietà esclusiva dei nobili etruschi. Quegli elmi vistosi attirarono l’attenzione degli arcieri gentili che colpirono i due senza pietà. Nonostante questo, alla fine, i Gentili furono sconfitti e i superstiti si ritirarono su un colle, ora chiamato “Monte La Poggia“. Gli Etruschi presero possesso della struttura piramidale e decisero di seppellirvi i due principi. Insieme ai due corpi furono sepolte anche le armi e i due elmi muniti di splendidi stemmi. Questi reperti furono ritrovati secoli dopo, durante gli scavi per impiantare un vigneto nella zona, al tempo di Colombino Bassi. (link?)